Chi sono...Parole

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Qualche parola su di me:

Walter Buonfino Nato a Milano il 15 dicembre 1953 a iniziato la professione di fotografo professionista all'età di 17 anni lavorando per i più importanti giornali italiani,negli anni 80 a realizzato multi-visioni (spettacoli con molti proiettori di diapositive) e da meta anni 80 e stato un pioniere nella Computer Graphics Animation in Italia, sviluppando software per creare immagini al computer, ha prodotto per le più importanti aziende italiane ed estere e ha creato per la Televisione Nazionale Italiana personaggi virtuali, tra cui Topo Gigio, Calimero ecc. sua e la prima realizzazione su un canale nazionale di un personaggio virtuale che interagisce in tempo reale. Stanco di vivere in "grotta" , creando immagini di sintesi, oggi e ritornato alla sua passione iniziale, la fotografia, viaggiando e documentando il macro-universo umano, quegli angoli di universo non inquadrati dalla notorietà ma piccole storie che ci appartengono, ricche della tenerezza della Realtà.

Ho cominciato a circa 15 anni ad amare la fotografia come mezzo per comunicare, per anni ho fatto il fotografo con passione e impegno. Anche impegno sociale, negli anni 70 vedevo la fotografia come forte elemento di impatto, per denunciare e comunicare la voglia di cambiare che era in ognuno di noi., allora la fotografia per me non era leziosa, fatta di chiari e oscuri, di forme sinuose difficili da cogliere nella realtà quotidiana, ma erano immagini di vita reale, di gente vera che urlava che si affacciava a un nuovo mondo che sapeva ascoltare. E io con la mia macchina fotografica dovevo registrare e passare a chi non era li e a chi voleva sapere.
Per anni ho lavorato per i più importanti giornali (quotidiani e settimanali) politici e non. Cercando di dare alle immagini non un lirismo artefatto, ma trasmettere l'emozione,la storia di quella eventuale situazione che bloccavo.
Ho sempre rifiutato, di vedere la fotografia solo come un'espressione artistica, ma al di la dei sofismi interpretativi, sono sempre dell'opinione che una fotografia ha nel suo DNA, l'attimo, immutabile del tempo, per questo e un patrimonio assoluto della memoria, e nella sua l'essere comprensibile a tutti senza codici per decifrarla.
Oggi non faccio più il fotografo professionista, ma e rimasto in me quel desiderio di bloccare e trasmettere ad altri, immagini che i miei occhi e la mia macchina fotografica vedono.
In questo sito potrete trovare le immagini che eredito e che raccontano i volti di persone meravigliose che ho incontrato nel percorso della mia vita e altre che non ho mai potuto incontrare, e di cui sono felice di vederne ancora i volti e sapere che appartengono alla mia storia.

In seconda e forse in prima analisi,la macchina fotografica e per me un pas-partou che mi permette di avvicinare e coinvolgere persone che incontro nei miei viaggi, non mi nascondo nel fare foto, anzi ostento la mia intenzione a immortalare con questa la persona o persone che mi interessano, coinvolgendole nelle foto, non tanto per fare una “bella fotografia” ma per arricchire il mio percorso di facce e storie, lo considero uno strumento per entrare in comunicazione con persone, culture diverse. FARE LA FOTO e per molti un momento magico dove si compie un rituale, e l'importanza che viene data alla situazione, crea un rapporto che va al di la del semplice ricordo ma si arricchisce di messaggi, importanti per una ricca esplorazione dell'universo che ci circonda.

DIGITALE

Ho comperato una macchina fotografica digitale, e per provarla mi reco in camargue, fotografo Fenicotteri e Tori. Ritorno a casa e scarico le foto sul mio PC, soddisfazione e sgomento...”ma che bello il digitale, ma che belle foto fa questa macchina digitale”.... e la macchina o il fotografo a fare le foto? Mi assale un dubbio, forse gli anni hanno indurito il cuore oltre ad avermi strapazzato una coronaria? Le foto sono decorose, ma non sono sicuro se a farle e il Walter, che da ragazzo fotografava con il cuore, credendo di cambiare il mondo con una foto, far riflettere chi le guarda.

 

VIAGGI

SENEGAL: Compero un biglietto per il Senegal. Parto e arrivo a Dakar alle due di notte, dopo i normali controlli (vaccinazione-passaporto) mi trovo catapultato in un piazzale fuori dall'aeroporto dove si sono dati appuntamento una folla incredibile di persone rumorose e mal messe, Mi strappano la valigia dalle mani mi toccano tutti e mi propongono passaggi su taxi, sono frastornato con una mano tengo serrato il mio bagaglio e con l'altra cerco di staccarmi i procacciatori che mi tirano da una parte all'altra, sento qualcuno che si aggrappa anche ai polpacci, guardo in basso e un tipo senza gambe su un carelotto di legno,mi tira una gamba gridando "messieu!messieu!!"....IDEA GENIALE! mi invento qualcosa! Grido a tutti "Non ho bisogno di taxi ho un amico senegalese che viene a prendermi!!" funziona! mi lasciano in pace per alcuni secondi e in quel frangente afferro il tipo che mi sembra più anziano e gli dico "Andiamo portami in centro a Dakar" vicino al taxi(sgangheratissimo) c'è un'altra lite ma il mio prescelto fa la voce grossa e riusciamo a partire.

Dopo aver percorso strade e stradine alternative (per evitare la polizia) cosi mi dice il mio autista, arrivo all'hotel da me prenotato in place dell'indipendenza, entro e sono sorpreso, al posto di un normale hotel mi ritrovo in un vecchio hotel per prostitute, fatiscente e sporchissimo, mentre
do le mie generalità si alternano clienti locali con dimesse ma colorate professioniste del luogo.

La mia stanza e in un corridoio sulla strada e non ha finestre, ma un solo buco che da sul corridoio, il gabinetto e dentro la stanza come pure il lavandino, ma in compenso ho circa 5 armadi, il comfort e assicurato da un condizionatore d'aria, lo accendo! neanche 5 secondi che parte con un rumore
assordante dovuto dalla ventola che tocca qualche pezzo di metallo...spengo e dopo aver fatto il censimento di tutti gli animaletti che popolano la camera con me, svolgo il mio sacco lenzuolo e mi stendo nel buio totale con circa 40 gradi e un'umidità del 95%. Buona notte Africa

Mi sveglio alle 7, dormendo circa 4 ore c’è già luce e esco dal'albergo’albergo, cerco una banca per ritirare i soldi per prendere un caffè, cosa interessante in Senegal usano una moneta che è molto diffusa in Africa Il CFA, e riconosciuto da molti paesi Africani, da ancor prima dell’euro.
Anche a queste ora c’è sempre qualcuno che si propone di aiutarti e accompagnarti, sempre con cortesia li allontano. Ritiro i soldi e mi metto alla ricerca di un caffè, Trovato, entro all’interno ci sono 4 ragazze che fanno le bariste, bellissime e eleganti, in Italia potrebbero fare le modelle, mi a un tavolino all’esterno e ordino un caffè e un croissant.

E qui al caffè che conosco Dominique, un simpatico francese di Montpelier che sta cercando di crearsi un attività in Senegal, e gentile e mi da le prime dritte su come eludere gli assillanti venditori senegalesi.

Dominique ha acquistato la quota di un albergo che si chiama “La Villa” e non e lontano dal lupanare dove ho dormito, mi accompagna e mi propone di prendere una stanza li, che oltre modo costa molto meno dell’albergo dove ho “dormito”.
L’hotel e un ritrovo di uomini d’affari di tutte le nazionalità, francesi, inglesi, libanesi,ecc. il punto di ritrovo e il bar che e gestito da un Simpatico Libanese, e da alcune ragazze Senegalesi (sempre molto carine) l’immagine è un po’ quella del film Casablanca, quella dove uomini passano la giornata seduti al banco su un alto sgabello, con di fronte un bicchiere di Whisky.

Sali Pordudai

E un paesino piccolo a Nord di Dakar circa 80km, caratterizzato da lunghe spiagge che servono da porto, li i pescatori attraccano e scaricano il pesce con l'aiuto di carretti trainati da un cavallo, che si avvicinano alle barche, permettendo di trasbordare il pescato senza tirare a terra la barca, che rappresenta un lavoro lungo e faticoso vista la violenza delle onde a riva. I sistemi di pesca di questi pescatori sono assolutamente primitivi, e le barche che usano hanno la forma di lunghissime piroghe, spesso equipaggiate con un piccolo motore fuoribordo, e con questo affrontano l'oceano e si allontanano di molte miglia dalla costa. Non è raro il naufragio di queste imbarcazioni. Il pesce per uso locale viene essiccato al sole, il resto viene surgelato in enormi centri per lo stoccaggio e la vendita all'estero.
Vicino a Sali c'è Fadiouth,un paesino famoso per la sua pavimentazione. Conchiglie ovunque, dalle strade al cemento che viene usato per le case, nei muri si vedono le conchiglie, i bambini corrono su sentieri e stradine ricoperte di conchiglie, il paese e considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, Una nota particolare e stravagante visto i tempi che attraversiamo e il cimitero che oltre ad essere sistemato in un isoletta di conchiglie, riunisce tombe cristiane e mussulmane insiemi, caratteristica di grande civiltà e tolleranza che caratterizza tutto il Senegal.

Casamance Ziguinchor/Bailà

Arrivo a Ziguinchor dopo un viaggio di 36 ore in nave, Ziguinchor e una cittadina molto tranquilla sui bordi del Gambia. La cittadina e estremamente tranquilla e le persone molto socievoli, riesco a fotografare la costruzione di una piroga, che viene intagliata a mano da abili falegnami.
Al fiume incontro una ragazzo simpatico che si offre di accompagnarmi, la cosa incredibile della tattica dei senegalesi e la gentilezza con cui si propongono, diventa estremamente difficile dire di no, e se gli si concede fiducia, raramente si resta delusi. Riesco a noleggiare la canoa che il ragazzo dice di aver comperato con un amico e suo fratello che è emigrante in Italia.
Passo una giornata in canoa dove vengo portato in una riserva piena di meravigliosi uccelli e delfini di fiume che ci scorrazzano attorno.
Chiacchierando con alcuni ragazzi africani scopro che in un paese non molto lontano ci sarà una festa molto importante

Walter Buonfino